La verità sul naufragio della Costa Concordia: 13 anni dopo, la ferita ancora aperta

Il naufragio della Costa Concordia: una ferita ancora aperta

Il 13 gennaio 2012 resterà per sempre una data triste nella storia d’Italia. Quel giorno, la Costa Concordia, una delle navi da crociera più grandi e lussuose al mondo, si schiantò contro uno scoglio al largo dell’Isola del Giglio, causando la morte di 32 persone e ferendo gravemente molte altre. A 13 anni di distanza, il naufragio della Costa Concordia resta ancora una ferita aperta nel cuore dei familiari delle vittime e di tutti coloro che sono stati coinvolti in quella tragedia.

Il principale responsabile di quella notte drammatica è stato il comandante Francesco Schettino, che ha pagato con 16 anni di carcere per una serie di errori che hanno portato alla perdita di vite umane. Già dalle prime ore dopo il naufragio, emerse il ruolo negativo di Schettino, che venne arrestato e poi condannato per omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di persone incapaci di provvedere a se stesse, abbandono di nave e omessa comunicazione dell’incidente alle autorità marittime.

Le operazioni di rimozione della Concordia sono iniziate il 18 giugno 2012, con il taglio dell’albero della nave. Un consorzio di imprese guidato dalla statunitense Titan e dall’italiana Micoperi ha eseguito il progetto di rimozione. Nel dicembre dello stesso anno, si chiudono le indagini e vengono revocati i domiciliari per Schettino, che però deve rispettare l’obbligo di dimora a Meta di Sorrento.

Nel 2013, i Comuni del Giglio e di Monte Argentario vengono insigniti della medaglia d’oro al valor civile per gli aiuti offerti ai naufraghi. Sul fronte processuale, la compagnia Costa Crociere patteggia una sanzione di un milione di euro e viene esclusa dall’inchiesta. Nel maggio dello stesso anno, il gup rinvia a giudizio Schettino per tutti i reati contestati e a luglio arrivano le prime condanne per i coimputati.

Il 15 febbraio 2015, con il relitto della Costa Concordia trainato nel porto di Genova, arriva la sentenza di condanna a 16 anni per Schettino, confermata poi anche dalla corte d’appello di Firenze e dalla Corte di Cassazione nel 2017. Schettino si trova tuttora detenuto nel carcere di Rebibbia e nel 2022 anche la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha confermato la sua condanna.

Il prossimo 4 marzo ci sarà l’udienza per la richiesta di semilibertà avanzata da Schettino, dopo aver maturato il termine che gli consente di accedere a misure alternative al carcere. Ma per i familiari delle vittime e per tutti coloro che hanno vissuto da vicino quella tragedia, la ferita resta ancora aperta e il ricordo di quella notte rimarrà per sempre indelebile.

Antonio Saverio

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