La famiglia di Ramy, il 19enne del quartiere Corvetto morto lo scorso 24 novembre in scooter durante un inseguimento con i carabinieri a Milano, ha rilanciato l’appello a non fare del loro dolore un pretesto per la violenza. La protesta per chiedere giustizia per il giovane si è allargata in diverse città italiane, ma purtroppo non sempre in maniera pacifica. A Torino, Roma e Bologna si sono verificati scontri e atti di vandalismo, che hanno occupato l’agenda politica e hanno portato alla luce il problema della violenza nelle manifestazioni.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha condannato gli episodi di violenza, sottolineando che non si può utilizzare una tragedia per giustificare atti di violenza. Anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha espresso la sua indignazione per i fatti accaduti nella sua città, definendoli un ”grave attacco antisemita” dopo che un gruppo di giovani ha imbrattato la sinagoga e ha scritto slogan pro-Palestina sui muri.
La comunità ebraica ha chiesto al sindaco di rimuovere la bandiera della Palestina dal palazzo comunale, mentre l’ambasciatore d’Israele in Italia ha condannato fermamente l’atto antisemita. La polizia sta indagando per identificare e sanzionare i responsabili delle violenze, anche con l’aiuto delle telecamere di videosorveglianza.
La maggioranza politica ha deciso di accelerare sull’approvazione del ddl sicurezza, mentre la destra ha accusato la sinistra di strumentalizzare la morte di Ramy per fini politici. Nel frattempo, la famiglia del giovane continua a chiedere giustizia e a ribadire che il loro unico desiderio è che la verità emerga senza alcuno sfruttamento o manipolazione.
È importante che la protesta per Ramy rimanga pacifica e che non si trasformi in una scusa per atti di violenza e vandalismo. La morte del giovane è una tragedia che deve essere risolta attraverso le vie legali e non con la violenza. È necessario che le autorità e la società nel suo complesso si impegnino per prevenire e condannare ogni forma di violenza, sia fisica che verbale, in qualsiasi contesto. Solo così si potrà fare giustizia per Ramy e per tutte le vittime di violenza.